La chiesa Cristiana Avventista nasce negli Stati Uniti d’America, in seguito al movimento “millerita”, guidato dal pastore battista William Miller (1782-1849), il quale propose una data sicura relativa all’imminente ritorno di Gesù Cristo.
Il pastore e il suo gruppo, in seguito a calcoli nati dall’interpretazione del testo biblico di Daniele 8:14, affermarono che il 22 ottobre del 1844 Nostro Signore sarebbe ritornato. La data creò un notevole scompiglio tra i credenti delle diverse chiese evangeliche e molti, stringendosi attorno a Miller, dichiararono che la cosa più importante era vivere appieno i dettami dell’Evangelo per essere pronti ad incontrare il Salvatore. Pertanto non contò più nulla la disamina attenta delle Sacre Scritture, né occuparsi di beni materiali: l’attesa fu contraddistinta da un fortissimo movimento di evangelizzazione e di predicazione. Ogni esponente millerita sentì il desiderio di “salvare” non solo se stesso, ma di offrire la possibilità a tutti, uomini e donne di qualsiasi razza, credo o colore, di incontrare il Salvatore sulle nuvole del cielo. Arrivò il giorno fatidico e non accadde nulla: la delusione fu grande e furono molti a perdere la “beata speranza” del ritorno di Gesù: rimase, però, fortissima l’esigenza di investigare le scritture; si formarono, così, diversi gruppi e, fra questi, la Chiesa Avventista del 7° Giorno.
Questo movimento giunge in Italia nel 1864: ne è l’artefice il pastore polacco Michael Belina Czechowski (1818-1876), ex frate, convertitosi all’avventismo. Giunto in Italia decide di porre la sua dimora a Luserna San Giovanni (Torino) e comincia la sua predicazione.
Giuseppe De Meo, autore del testo Granel di Sale, che racconta la nascita dell’avventismo in Italia, a tale proposito scrive: «Non è improbabile che il “mito valdese”, così diffuso nel mondo protestante anglo-sassone, possa aver influito sulla fantasia di questo ex-frate inducendolo a fissare il “proprio quartier generale” in mezzo a quel popolo, antesignano della Riforma del XVI secolo, che tanto aveva testimoniato la propria fedeltà all’Evangelo. La mutata situazione politica italiana in seguito alla seconda guerra di indipendenza (1858) e la nuova posizione giuridica in cui viene a trovarsi la chiesa valdese dalla promulgazione dello Statuto (1848) albertino possono aver spinto il Czechowski a por piede in Piemonte […] La sua opera in Italia può sembrare di poca entità paragonata ai risultati avuti ad esempio in Svizzera, ma bisogna tener presente che proprio in Italia prende piede il movimento avventista europeo […] Czechowski trova la signora Caterina Revel (Luserna San Giovanni 1830-1930) che, pur facendosi battezzare qualche tempo dopo per immersione da un pastore battista, è tra le prime persone avventiste in Europa ad accettare la dottrina del sabato e rimanere poi sempre legata alla Chiesa avventista del 7° giorno. Inoltre essa è stata la nonna di quel professore Alfred Felix Vaucher (1887-1993) che, insegnando teologia dogmatica a tre generazioni di pastori avventisti dell’Europa meridionale e di vari paesi africani, contribuirà alla formazione teologica di questi e, indirettamente, alla trasmissione della dottrina avventista.»
Alla fine del 1800 esisteva a Torino un gruppo di avventisti contattati da Maria Revel, figlia di Caterina, e madre di Alfred Felix Vaucher, che si riunivano presso la famiglia di Luigi Musso, il cui nome sarà il primo scritto sul registro di chiesa battezzato nel 1886.
Nel 1903 il gruppo viene visitato per dei battesimi dal pastore americano Charles T. Everson, proveniente da Roma.
In Piemonte ed in particolare a Torre Pellice agli inizi del XX secolo ci sono soltanto 37 avventisti, ma successivamente il movimento si diffonde e viene organizzata la Missione Italiana (1903). Nel 1928 la Chiesa viene rafforzata per opera dei pastori Otto Hollenweger, Riccardo Bongini, Giuseppe Cupertino e alcuni colportori. Nel 1930 muore Caterina Revel, veterana dell’avventismo europeo. Il pastore Giuseppe Cupertino da poco entrato nell’opera, inizia il suo ministero a Torino nel 1931. A Torino la chiesa si stabilisce in una sala, in Piazza Statuto e dopo qualche anno si sposta in via San Domenico. Il 1937 è caratterizzato dal resoconto della prima adunanza amministrativa (23 gennaio 1937), presieduta dal pastore Anton Karl e la settimana successiva dalla prima relazione sulle elezioni degli ufficiali di chiesa.
Nel 1959 si tiene una Campagna evangelistica a Torino da parte del pastore Walter Schubert, nordamericano. A questa campagna partecipano diversi predicatori che «hanno trovato in quest’uomo un maestro nel campo della predicazione e soprattutto nel dirigere con metodi più snelli e più efficaci i colloqui con quanto si interessano di problemi religiosi.»
Al di là dell’organizzazione della chiesa avventista ci sono situazioni e episodi che meritano essere ricordati. Uno di questi è l’articolo apparso sull’Eco del Chisone il 9 marzo 1978; pubblica in terza pagina un servizio di ben sei colonne dal titolo «Vive a Torre Pellice e ha 90 anni il primo obiettore di coscienza in Italia» e racconta che durante la guerra del 1915-18 un giovane avventista ha rifiutato di impugnare le armi per motivi di coscienza. Messo in prigione con l’accusa di alto tradimento ha rischiato la pena di morte per fucilazione. Si chiama Alberto Long. Dopo anni di prigione, nello stesso forte nel quale un tempo fu rinchiuso Giuseppe Mazzini, la fortezza Priamar di Savona, giunge finalmente la notizia dell’amnistia e cosi il giovane Alberto viene liberato. Ha dedicato parecchi anni della sua vita come missionario nel Madagascar e poi ha guidato la Chiesa di Torre Pellice.
Nel 1960 esplode il caso del giovane La Versa, in servizio militare, che si è rifiutato di prestare servizio in giorno di sabato. Il 17 marzo viene giudicato dal tribunale militare di Torino per “disubbidienza aggravata continuata … perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso alla presenza di più di tre militari, rifiutava di ubbidire agli ordini militari, impartitigli dal proprio comandante di plotone.” Il tribunale alla fine assolve il giovane avventista perché il fatto non sussiste. La fermezza di questo giovane militare avventista, la vasta risonanza giornalistica ottenuta dal caso, la circolare emanata dal Ministero della Difesa e quella successiva della Regione Militare Nord Ovest (prot. N°121190 del15/12/1959 con cui si autorizzano i militari avventisti a non prestare servizio in giorno di sabato), l’interessamento del Ministro della Difesa, on. Giulio Andreotti risolvono definitivamente il problema.
A partire dalla fine degli anni cinquanta comincia l’esodo dalle regioni del meridione verso le città industrializzate del Nord, Torino inclusa. Diverse famiglie provenienti dalla Sicilia e dalle Puglie si trasferiscono nella Chiesa di Torino. Nel 1971 viene completata la costruzione dell’attuale edificio, sito in via Rosta 3, adibito ai servizi del culto e alle attività della comunità.
OPERA SOCIALE AVVENTISTA
Nel 1935 iniziano le attività di carattere sociale e viene organizzata la Società Dorcas Opera sociale Avventista (oggi ADRA – sezione di Torino) “Associazione umanitaria che realizza progetti a favore dell’infanzia, degli anziani, degli immigrati e delle fasce deboli della società. Opera anche nei paesi in via di sviluppo e nel settore della cooperazione e del soccorso in seguito alle emergenze o disastri naturali”.
Negli anni sessanta inizia la sua attività la sezione locale dell’ A.I.S.A. (Associazione Italiana Scout Avventista), il cui scopo è aiutare i ragazzi a crescere. La formazione dei giovani è diversificata: da un ambito spirituale, attraverso il quale l’animatore coinvolge il suo gruppo nella riflessione e nello studio della Bibbia, ad una formazione tecnica, disciplinata da superamento di determinati esami per l’acquisire gradi e distinzioni professionali nelle categorie più diverse, fino a giungere ad una formazione di tipo socio-ricreativa, grazie alla quale l’animatore cerca, attraverso il gioco e i piccoli lavori manuali, di sviluppare sia la creatività, sia la socializzazione.
Nel 1973 viene organizzato, a Torino, il primo “Piano dei 5 giorni” per smettere di fumare, coordinato dal dott. Smith e dal pastore Visigalli. Gli incontri hanno avuto luogo sotto un aertenda e ha visto la partecipazione di oltre 1000 persone. Alcuni giornali dell’epoca hanno scritto che la chiesa avventista ha dichiarato “guerra al fumo”. Nello stesso anno è stata organizzata la Lega Vita & Salute, associazione di volontariato attualmente trasformata in fondazione.
Il piano dei 5 giorni ora si chiama “Respira Libero” e la Fondazione Vita & Salute collabora da tempo con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. A Torino, in particolare, si sono tenuti con l’Ospedale “Le Molinette” tre incontri (dal 2013 al 2015) del piano “Respira Libero” ad opera di volontari che fanno parte della Fondazione.
Si rimanda, per una conoscenza più ampia, ai seguenti link:
http://chiesaavventista.it/identita/
http://chiesaavventista.it/sociale/le-opere-sociali/